Non ero proprio convinta di voler parlare di Covid nel mio Blog.
Non perché non lo ritengo importante; ma forse perché siamo un po’ saturi dell’argomento, che comunque è già costantemente presente nella nostra quotidianità.
Ma da Psicologa ho deciso un po’ di documentarmi, perché ammetto che sono molto preoccupata per il benessere mentale del genere umano.
Certo non che non faccia dei pensieri sulla situazione economica e politica.
Ma la salute fisica e soprattutto mentale sono la base per poter affrontare le avversità, creare strategie per elaborare soluzioni, trovare energie e risorse per andare avanti.
Diciamo che dal punto di vista umano non è che il nostro pianeta potesse vantare società molto evolute.
E, senza voler fare discorsi sociologici forse un po’ scontati, stare al mondo era già abbastanza duro: una corsa continua verso obiettivi quasi mai in linea con il bisogno dell’essere umano di nutrirsi di buoni sentimenti, di sentirsi accettati e compresi. Di trovare sostegno, per superare le tante avversità che la vita ci pone davanti.
Tra le tante cose tristi che in questi giorni leggo, che consistono soprattutto nello sfogo di rabbia e frustrazione, cercando untori, accusando le autorità, ricercando complotti fantapolitici, o più semplicemente seminando energia tossica, mi sono imbattuta in una notizia che mi ha ridato un po’ di positività.
Infatti ho scoperto che l’OMS il 5 ottobre ha organizzato un incontro (ovviamente a distanza) tra 30 paesi Europei per parlare del fenomeno della PANDEMIC FATIGUE.
Non che per questo mi sia illusa che il mondo sia un posto migliore, ma mi fa piacere sapere che i risvolti psicologici a lungo termine siano degni di condivisione di pensieri e creazione di buone prassi.
“Sono solo parole” diceva una canzone di Noemi. Ma se presi in mano e diffuse dalle persone giuste, qualcosa di buono seminano.
La Pandemic Fatigue è la naturale reazione a una pandemia che dura da molto e di cui non si vede la fine. Le persone si sentono demotivate nel seguire i comportamenti raccomandati per proteggere se stessi e gli altri dal virus.
Da questo impariamo che:
- non siamo esseri umani naturalmente incapaci di rispettare le regole, ma a volte sfiducia e rassegnazione ci fanno abbassare la guardia;
- il sentimento di scetticismo si può superare accogliendolo e capendo che fa parte del gioco, cercando però di tenere presente che questo è un momento assolutamente eccezionale ed unico, che ci chiede di tenere duro, perché la soluzione non è proprio dietro l’angolo;
- odio e rabbia verso chi fatica a rispettare perfettamente le regole non sono la soluzione per mantenere le buone pratiche, perché non fornisce risorse per superare le difficoltà ma in realtà aumenta il disagio;
- è necessario attivare politiche non terroristiche, che cerchino prima di tutto di favorire la comprensione del denso di stanchezza e impotenza.
Superare le fatiche da pandemia è possibile, ma è necessario ritornare ad essere una comunità unita e pronta a collaborare.
I norvegesi usano una parola per definire il senso di comunità che diventa risorsa di resilienza:Il DUGNAD.
Il Dugnad è un’antica tradizione norvegese di aiuto comunitario, che nasce dalla necessità dopo il lungo inverno di aiutarsi tra vicini per la manutenzione dei giardini.
Il concetto chiave è : se facciamo insieme riusciamo prima e meglio non solo a finire il lavoro ma anche a migliorare in senso più generale la società.
Aiutandoci creiamo dei legami ce ci fanno sentire accolti, sostenuti e amati; e noi in quanto esseri sociali abbiamo un viscerale bisogno di questo.
Il senso di comunità è la consapevolezza che puoi condividere i tuoi pensieri, le tue esperienze e i tuoi sentimenti con qualcuno, che tu importi agli altri, che gli altri si preoccupano per te, e che baderanno a te quando avrai bisogno di loro.
Uno arcobaleno, una canzone cantata sul balcone, non sono la soluzione al virus, ma fanno sentire che siamo tutti nella stessa situazione.
Aiutare chi ci è vicino come si può, ma facendo sentire che ci teniamo può sembrare poco ma in realtà aiuta molto.
Lamentarsi, seminare odio verso qualcuno, gridare al complotto invece non hanno assolutamente nessuna utilità. Non ci aprono le menti ottuse, ci fanno solo sentire che stiamo sprofondando sempre di più nello schifo.
E cosa ci serve farci inghiottire dalle sabbie mobili? Assolutamente a niente.
Ci aspettano ancora mesi di fatica, ma non possiamo evitarli.
Possiamo solo cercare di attingere al meglio alle risorse che abbiamo, cercare sostegno quando questo non ci riesce e dare sostegno a chi vediamo soffrire.
Nella Pandemia non vale il solo contro tutti ma insieme si va avanti!